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Un cavallo bianco negli ultimi istanti del mio 2019

Per dare voce alla tua unicità

Un cavallo bianco negli ultimi istanti del mio 2019

Quando sei consapevole, sei libero come un cavallo bianco.
In quel momento sei illuminato.
Quando perdi il momento, non torna più.
Questo è tutto!

Proprio negli ultimi istanti del 2019, un anno difficile, ma al tempo stesso pieno di meraviglie, sento il bisogno di fermarmi, di fare chiarezza, di scrivere e condividere con chi ha colto qualcosa di affascinante nel titolo di questo articolo.

La scintilla mi arriva in questo preciso istante mentre leggo un meraviglioso libro che mi è stato regalato proprio dall’autrice Daniela Cicchetta. Il titolo è “Matelda, cammina lieve sull’acqua”. Mi ha colpito in particolare la grazia della scrittura e l’analisi profonda del fattore “tempo”. Matelda, la protagonista, ha 84 anni. 84 anni è il tempo affinché il pianeta Urano compia un giro intorno al Sole. Al tempo stesso, nel nostro orologio interiore, 84 anni è il tempo che la lancetta-Urano impiega per percorrere l’intero quadrante con lo scopo di attuare il suo potenziale e tornare su se stessa pienamente espressa. Urano è il simbolo dell’affermazione dell’unicità di ciascuno. Proprio leggendo questa riga mi si è accesa la lampadina, giacché questo mio 2019 è stato l’anno del mio risveglio, in cui la scomparsa di mio padre ha aperto canali di percezione incredibili, in particolare l’intelligenza del cuore. E’ stato l’anno in cui ho iniziato ad esprimermi con Digital Bench per divulgare unicità ed accelerare positività.

Esattamente come Matelda, credo profondamente che in ognuno di noi esiste un momento di liberazione dai limiti e dall’emancipazione da costrizioni. Si scatena così la parte incoercibile, geniale e creativa dentro ognuno di noi.

C’è chi dice che siamo atterrati in questa dimensione per comprendere una determinata cosa ed insegnarla agli altri. Io credo di aver individuato lo strumento con il quale posso rendermi disponibile all’umanità. E’ la mia “panchina digitale” ed il desiderio di far esprimere il proprio valore unico ad ognuno dei compagni di panchina. Nel momento in cui ci evolviamo tutto tende ad alleggerirsi. Non è un percorso spirituale, ma una necessità.

C’è un momento che rende tutte le persone uguali: il risveglio. Pensiamo a quando apriamo gli occhi, non siamo appena più di un nulla: una mente sgombra, un’anima libera. Per qualche istante non abbiamo alcuna contezza di noi stessi: non ci sappiamo manager prima di una mega riunione importante, mogli sospettose o filosofi senza ispirazione. L’identità arriva dopo, come il vestito pieno di tasche prima di uscire, il bagaglio troppo pesante che porteremo con noi. Quel momento magico si dissolve in pochi attimi, ma sarebbe una salvezza poterlo recuperare nel corso della giornata e dell’intera vita, accettando quell’idea. Questo significa vivere l’integrità del tempo. La maggior parte delle volte invece coltiviamo un’ambizione di tipo verticale. Vogliamo salire sempre più in alto. Negli uffici i piani alti corrispondono alle posizioni di maggior prestigio, nei palazzi delle megalopoli gli appartamenti costano sempre di più man mano che saliamo ai piani alti. L’ambizione verticale ha i paraocchi. Vede solo avanti o in alto. Più interessante è un’ambizione orizzontale per vivere l’integrità del tempo: invece di carriera, esperienza. Invece di riconoscimenti, conoscenza. Meglio viaggiare, essere liberi piuttosto che infilarsi in organigrammi e resistere forzatamente dove non siamo noi stessi.

Ciò che abbiamo voglia di fare è ciò che conta!!

Buona esplorazione e Buon Anno!!

   Caterina